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Stime FMI: Crescita Mondiale al 3,2% ma aumentano i rischi

Fondo monetario internazionale

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha confermato una crescita globale del 3,2% per il 2024 e il 2025, segnalando tuttavia che si tratta di un'espansione fragile, destinata a rimanere debole nel medio termine. Le principali minacce provengono dall'elevato debito pubblico e dalle tensioni commerciali e geopolitiche. Il capo economista del FMI, Pierre-Olivier Gourinchas, ha evidenziato come "l'inflazione sia in calo e un atterraggio morbido sia possibile, ma i rischi stanno aumentando". Questo avviene in un contesto di "alta incertezza", secondo il rapporto annuale dell'istituzione, pubblicato ieri.

Gli Stati Uniti trainano, l'Eurozona rallenta
Le previsioni sono ottimistiche per gli Stati Uniti, dove il FMI ha rivisto al rialzo le stime di crescita per il 2024, ora fissate al 2,8%, rispetto al 2,6% previsto a luglio. Il 2025 vedrà però un leggero rallentamento al 2,2%. Per l'Eurozona, invece, le stime sono più modeste: il PIL crescerà dello 0,8% nel 2024, in calo dello 0,1% rispetto alle previsioni di luglio, e dell'1,2% nel 2025. La debolezza del settore manifatturiero in Paesi come Germania e Italia pesa sul quadro complessivo, anche se la domanda interna potrebbe dare un po' di respiro, soprattutto grazie al PNRR in Italia.

Italia e Germania: crescita lenta e deficit in calo
L'Italia vedrà una crescita dello 0,7% nel 2024 e dello 0,8% nel 2025, stime allineate a quelle di luglio, ma inferiori alla media dell'Eurozona e all'obiettivo dell'1% fissato dal governo. Il deficit italiano è destinato a scendere dal 7,2% del 2023 al 4% nel 2024, per poi arrivare al 3,1% nel 2029. Tuttavia, il debito pubblico rimane preoccupante, con una previsione di aumento dal 134,6% al 142,3% entro il 2029.

In Germania, la situazione è altrettanto delicata. Il Paese potrebbe essere già in recessione tecnica, con il governo di Berlino che prevede una contrazione per il 2024. Il FMI, però, stima una crescita zero per quest'anno, seguita da un modesto rimbalzo dello 0,8% nel 2024.

Cina e Russia: incognite globali
In Cina, la crescita economica sarà del 4,8% nel 2024, sostenuta da esportazioni più forti del previsto. Tuttavia, la crisi immobiliare e la bassa fiducia dei consumatori rappresentano fattori di rischio. Il FMI ha inoltre avvertito che le politiche di sussidi potrebbero provocare reazioni commerciali ostili da parte di Stati Uniti ed Europa.

Per quanto riguarda la Russia, dopo aver sfidato le previsioni di una profonda crisi economica, la crescita rallenterà dall'attuale 3,6% nel 2023 al solo 1,3% nel 2025, a causa della riduzione dei consumi privati e degli investimenti. Anche l'Ucraina vedrà una frenata, con il PIL che passerà dal 5,3% del 2023 al 3% nel 2024.

Inflazione sotto controllo, ma i rischi rimangono
Nonostante l'inflazione sembri essere sotto controllo, con il FMI che prevede tassi di interesse nell'Eurozona al 2,5% entro giugno 2025 e al 2,9% negli Stati Uniti nel 2026, i rischi economici globali restano significativi. Gourinchas ha avvertito che, sebbene si sia evitata una recessione, la crescita mondiale a medio termine è prevista al 3,1%, una cifra che desta preoccupazione, soprattutto per i Paesi ad alto debito.

Dazi e migrazioni: il pericolo di nuove restrizioni
Un ipotetico aumento globale dei dazi commerciali nel 2025 potrebbe far scendere il PIL mondiale dello 0,4% entro il 2026, con gli Stati Uniti che subirebbero una riduzione dello 0,6%. Inoltre, eventuali restrizioni sulle migrazioni negli Stati Uniti e nell'Eurozona avrebbero effetti tangibili, con una riduzione del PIL rispettivamente dello 0,5% e dello 0,4%.

In questo scenario incerto e ricco di insidie, il rapporto del FMI mette in guardia i governi di tutto il mondo: la sfida è consolidare i conti pubblici senza compromettere una crescita già fragile.

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