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Nuovo regime impatriati: le novità in vigore dal 2024

02/02/2024

Più stringente l’accesso al regime fiscale degli impatriati, minore la durata ed inferiore anche il beneficio fiscale: il testo approvato dal Consiglio dei Ministri a fine dicembre prevede delle modifiche in tema di fiscalità internazionale che dal 1 gennaio 2024 riducono gli incentivi e la platea dei fruitori delle agevolazioni fiscali per i lavoratori che scelgono di trasferire la propria residenza in Italia.

Ma vediamo più in dettaglio quali sono queste novità:

Detassazione Rivisitata: Una delle modifiche chiave riguarda la revisione della detassazione per i lavoratori impatriati: l’imponibile detassato, precedentemente fissato al 70% del reddito, ora scende al 50%. La percentuale di reddito che concorre alla formazione dell’imponibile scende al 40% nel caso in cui il lavoratore si trasferisca in Italia con un figlio minore, e la detassazione ulteriore sarà applicabile anche in caso di nascita o adozione di un minore durante il periodo di fruizione del regime agevolato (in questo caso il beneficio si applica a partire dal periodo d’imposta in corso al momento della nascita/adozione e per i periodi d’imposta di detassazione residui). Questo a condizione che il minore risieda in Italia.

Limitazioni Reddito Agevolato: Il regime degli impatriati sarà applicato esclusivamente ai redditi di lavoro dipendente, assimilati a quelli dipendenti e ai redditi di lavoro autonomo. I redditi di impresa non rientrano più tra i beneficiari del regime.

Introduzione Limite Annuo di Reddito: Un nuovo aspetto rilevante è l'introduzione di un limite annuo di reddito fissato a 600.000 euro per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali.

Permanenza minima in Italia e precedente residenza estera: I beneficiari devono impegnarsi a risiedere fiscalmente in Italia per almeno 5 anni (contro i 2 della formulazione in vigore fino al 31.12.2023) e non devono essere stati residenti in Italia nei 3 periodi d’imposta precedenti il trasferimento.

I periodi d’imposta minimi di residenza all’estero diventano:
1) 6 in caso di trasferimento presso la sede italiana dello stesso datore di lavoro, o di altra società del gruppo per soggetti che non avevano lavorato in precedenza in Italia;
2) 7 nell’ipotesi di cui al punto precedente, qualora prima di lavorare all’estero il lavoratore abbia già lavorato in Italia per lo stesso datore di lavoro o altro soggetto del gruppo.
A differenza della versione originaria, è stata dunque accolta la possibilità che il beneficio si applichi anche ai trasferimenti infragruppo, per i quali è però prevista una precedente maggiore permanenza estera.

Condizioni Più Rigorose per l'Accesso all'Agevolazione: L'accesso al regime degli impatriati secondo la nuova formulazione si applica esclusivamente a lavoratori con requisiti di elevata qualificazione o specializzazione, sulla base delle definizioni contenute nei decreti legislativi 108/2012 e 206/2007.

Durata del Beneficio: I lavoratori impatriati potranno beneficiare degli sgravi per 5 anni, senza possibilità di proroga (cosa invece prevista dalla normativa in vigore al 31.12.2023) salva la clausola di salvaguardia di cui a seguire.

Clausole di Salvaguardia: Le nuove disposizioni offrono una tutela per chi si è affidato alle regole del regime degli impatriati nel 2023 e stava pianificando il rientro sulla base di queste. Le regole del 2023 continuano infatti ad essere valide per chi ha trasferito la residenza anagrafica in Italia entro tale data.

Agevolazioni aggiuntive anche per alcuni contribuenti che trasferiscono la residenza in Italia nel 2024: se il beneficiario era diventato proprietario di un'unità immobiliare residenziale in Italia entro il 31 dicembre 2023, il regime sarà esteso per ulteriori tre periodi di imposta.

In conclusione: le nuove misure cercano di bilanciare la tutela degli interessi fiscali con l'attrattività dell'Italia per una popolazione lavorativa altamente qualificata. Tuttavia, è inevitabile che la riduzione delle detassazioni possa pesare sulle decisioni dei lavoratori potenzialmente interessati. In un contesto demografico che vede una costante emigrazione di giovani italiani, l’obiettivo è trovare un equilibrio per mantenere il Paese attraente per la popolazione attiva evitando un uso distorto delle norme di favore.

Manuela Travaglini, Segretario Generale Delta

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