Nel novembre 2025, in un digest che circola sui tavoli dei ministeri degli Esteri e delle Finanze di mezza Europa, il King's Center for the Study of Intelligence (KCSI) mette nero su bianco qualcosa che molti diplomatici e funzionari intuivano da tempo e cioè che il denaro non è più soltanto un mezzo di scambio, ma un campo di scambio .
Al centro di quel numero c'è PRISM, il programma del KCSI dedicato a studiare il ruolo del Counter Threat Finance (CTF, contrasto alle finanze delle minacce) e del Threat Finance and Economic Levers of Power (TFEL, finanza delle minacce e leve economiche di potere) nella competizione strategica contemporanea.
PRISM non è un acronimo misterioso, è il nome di un'iniziativa accademica che prova a guardare le relazioni internazionali “attraverso il prisma” del denaro, delle infrastrutture finanziarie e delle interdipendenze economiche.
PRISM, KCSI e il lessico della guerra finanziaria Nel linguaggio di PRISM, Counter Threat Finance (CTF) non è soltanto la tradizionale "antiterrorismo finanziario” delle norme antiterrorismo, ma una categoria più ampia. E' l'insieme di politiche, strumenti e operazioni che mirano a identificare, disturbare e interrompere i flussi finanziari che sostengono qualsiasi “minaccia”, dalle reti terroristiche alle organizzazioni criminalifino agli apparati statali che usano società di copertura e proxy per aggirare le sanzioni.
Nella dottrina del Dipartimento della Guerra statunitense, ad esempio, il CTF è definito come uno sforzo inter-agenzia per individuare, tracciare e colpire le reti finanziarie di attori ostili all'interno della competizione irregolare.
Threat Finance and Economic Levers of Power (TFEL) , d'altra parte, guarda alla faccia speculare del problema. Non come bloccare i flussi finanziari dei “cattivi”, ma come gli Stati possono usare il proprio peso economico e finanziario come strumento di potere . Il concetto viene formalizzato nel 2020 in una Joint Doctrine Note del Ministero della Difesa britannico, “Threat Finance and the Economic Levers of Power (JDN 2/20)”, che invita Londra a considerare TFEL come parte integrante dello strumento economico di potere nazionale, al pari della diplomazia o dello strumento militare.
PRISM, nelle pagine del digest del KCSI, tiene insieme queste due dimensioni. Da un lato il lavoro sporco di chi segue i soldi per smantellare cellule terroristiche, cartelli o milizie; dall'altro il lavoro silenzioso di chi, nei ministeri del Tesoro e degli Esteri, calibra pacchetti di sanzioni, controlli all'export e restrizioni sui pagamenti per inviare messaggi politici e modificare il calcolo costi/benefici di governi rivali.
La armizzazione delle interdipendenze Il lessico della “weaponized interdependence” è ormai entrato nel dibattito europeo dopo il 2022. L'Unione europea (UE) ha visto sulla propria pelle cosa significa avere un fornitore dominante di gas, la Russia, che trasforma i contratti di lungo periodo in una leva di pressione guerra politica, riducendo i flussi, facendo oscillare i prezzi, minacciando selettive a ridosso di decisioni cruciali sulla in Ucraina.
Le sanzioni decise dagli Stati Uniti e dall'UE dopo l'invasione russa del febbraio 2022 ne sono l'altro lato. Esclusione di alcune banche russe dal sistema di messaggistica finanziaria SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication),embargo su tecnologie a duplice uso, divieto di importare una quota crescente di petrolio e gas, congelamento di riserve valutarie della Banca centrale russa.
Sul fronte americano, l' Ufficio per il controllo dei beni esteri del Dipartimento del Tesoro, l'Office of Foreign Assets Control (OFAC), ha ampliato le liste dei soggetti sanzionati nel sistema bancario e industriale russo.
Dall'altra parte del mondo, la Cina ha offerto un altro caso emblematico. Nel 2010, durante la crisi diplomatica con il Giappone sulle isole Senkaku, Pechino sospende per settimane le esportazioni di terre rare e, elementi fondamentali per l'elettronica avanzata e le energie rinnovabili. La misura, non sempre formalizzata ma chiaramente percepita come ritorsione, diventa un caso di scuola di armizzazione di una posizione dominante in una filiera critica.
La FININT è un ambito poco visibile ma centrale per la sicurezza. Le FIU ricevono e analizzano segnalazioni di operazioni sospette legate a riciclaggio e terrorismo e collaborano a livello globale tramite l'Egmont Group.
Il quadro descritto dal KCSI mostra come criminalità, milizie, società di comodo e attori statali si intreccino soprattutto in aree di instabilità. Seguire i flussi finanziari aiuta a capire chi esercita davvero potere su territori e traffici.
La Counter Threat Finance è ormai parte della competizione sotto la soglia del conflitto armato; la dottrina britannica del 2020 chiede di integrarla stabilmente nella diplomazia e nell'azione economica .
Intelligence economica e guerra finanziaria sono discipline ibride. Conta la dimensione psicologica: sanzioni e dichiarazioni funzionano anche come segnali di credibilità e volontà politica.
Conta la dimensione tecnologica: infrastrutture di pagamento e messaggistica, analisi di big data e cripto-ecosistemi sono parte del terreno di confronto.
Conta la dimensione politico-giuridica: norme, discrezionalità applicativa, coordinamento tra alleati. La separazione tradizionale tra compliance, intelligence e politiche commerciali non regge più.
Il messaggio del programma PRISM è che nessuno può restare fuori. Per banche e assicurazioni, sanzioni e antiriciclaggio diventano leve di sicurezza nazionale e alleata, con rischi anche diplomatici .
Per le imprese, le supply chain sono un tema geopolitico: delocalizzazioni, Cina+1 e nearshoring rispondono a uno scenario di rischio oltre il costo.
Per gli Stati, la priorità è la sicurezza economica tramite controlli esportazioni, screening investimenti, incentivi industriali e scorte. Nei CDA cresce quindi l'esigenza di un presidio di intelligence economica integrato con il risk management.
PRISM segnala un cambio di paradigma: seguire il denaro serve soprattutto a leggere potere e coercizione in un sistema dove finanza, dati, logistica ed energia possono diventare strumenti d'arma.
La sfida è difendersi da forme diverse di guerra finanziaria e, insieme, evitare una deriva solo coercitiva, investendo in resilienza e “diplomazia della supply chain”.L'intelligence economica diventa così il punto d'incontro tra strategia, sicurezza e business, decisivo nella competizione globale.
Box Grandi Scenari La corsa quantistica tra tecnologia, diplomazia e interesse nazionale
Come nella nuova geografia delle filiere, anche sul fronte quantum la competizione sta passando dalla ricerca pura alla costruzione di ecosistemi industriali e standard strategici . Il tema diventa rilevante per la governance aziendale perché incrocia sicurezza dei dati, sovranità tecnologica e vantaggio competitivo.
Indicazioni pratiche per imprese e studi
Box Rischi e Opportunità Nearshoring nel Maghreb e la nuova partita tra officine italiane, porti africani e influenza globale
Per molte PMI italiane la logica “Cina+1” non si sposta solo verso Est Europa o Turchia. Sempre più spesso la scelta scende a sud, verso Marocco, Tunisia ed Egitto , perché la vera variabile non è soltanto il costo orario: sono time-to-market e stabilità delle regole.
Tre traiettorie, tre profili di rischio diversi
La leva meno intuitiva: regole di origine PEM
Il vantaggio competitivo non è solo produttivo: è doganale. Una progettazione “origin-friendly” della base distinta può consentire a componenti finiti nel Maghreb di entrare nell'UE con dazio preferenziale, a condizione di rispettare le soglie di lavorazione e tracciabilità.
Box Letture Riferimenti e testi per chi deve tradurre scenari strategici in clausole, policy e scelte di filiera.