Torna alle news di Delta

Elezioni UK: cosa prevedono i programmi Tory e Labour in materia di diritto del lavoro

elezioni UK

Tra il 10 e 14 giugno 2024 i Partiti che si stanno presentando alle elezioni politiche in Regno Unito hanno pubblicato i loro programmi (manifesti) elettorali, che delineano quali provvedimenti legislativi detti Partiti intendono adottare nell'eventualità dovessero essere eletti a formare un nuovo Governo.

Sebbene manifesti siano stati presentati anche dal partito Liberal Democratico e da Reform (nato dalle ceneri di UKIP e del Brexit Party), l'analisi che segue si concentra esclusivamente sulle proposte avanzate in materia di diritto del lavoro dal Partico Conservatore (Tory) e dal Partito Laburista (Labour), in quanto in realtà solo questi ultimi hanno concrete probabilità di ottenere una maggioranza di seggi tale da andare al Governo.

Il programma del Partito Conservatore per le elezioni UK

Il manifesto elettorale dei Conservatori include delle politiche alquanto generiche in materia di lavoro, presentate come l'antitesi del pacchetto di riforme che i Laburisti, già da qualche mese, hanno annunciato in materia di diritto sindacale. I Tory, infatti, si limitano a promettere di mantenere un mercato del lavoro "flessibile e dinamico che dia alle imprese la fiducia necessaria per creare posti di lavoro e investire nella propria forza lavoro".

Queste le proposte salienti in materia:

  • Taglio di 2 punti percentuali dei contributi previdenziali dei dipendenti e abolizione dell'aliquota principale dei contributi previdenziali dei lavoratori autonomi di Classe 4 entro la fine del prossimo Parlamento.
  • Creazione di 100.000 apprendistati di alta qualità in Inghilterra ogni anno entro la fine del prossimo Parlamento, nei settori cinematografico, televisivo, del gaming e della musica per includere il lavoro nelle produzioni dal vivo.
  • Attuazione delle disposizioni dello Strikes (Minimum Service Levels) Act 2023, ossia la legge volta a ridurre le interruzioni di servizi dovute agli scioperi. In particolare questa legge, oggetto di forti critiche, stabilisce i livelli di servizi minimi essenziali, consentendo ai datori di lavoro di mettere in atto iniziative volte a bloccare l'astensione collettiva del personale.
  • Revisione del processo di valutazione dell'idoneità al lavoro delle persone disabili al fine di evitare che costoro vengano dichiarate malate "per impostazione predefinita". Con il nuovo sistema, la responsabilità di emettere il certificato di idoneità/inidoneità al lavoro verrebbe spostata dai medici di base agli specialisti e agli operatori sanitari. Verrebbe testata l’integrazione con il nuovo servizio WorkWell, per fornire un supporto su misura per aiutare le persone a rimanere o a tornare nel mercato del lavoro.
  • Mantenimento del Il salario minimo nazionale (che nel Regno Unito viene stabilito annualmente dal Governo) a due terzi del reddito medio.
  • Divieto di pagamento di bonus or retribuzione variabile ai dirigenti nel settore idrico, nel caso in cui la relativa azienda abbia commesso reato grave. È palese come questa proposta sia volta a placare l'elettorato, scandalizzato e inferocito dai livelli di inquinamento idrico che ha afflitto corsi d'acqua e mare inglesi sin da quando il Governo guidato dallo stesso partito Conservatore ha autorizzato le società che gestiscono i bacini idrici a riversare acque reflue (non trattate) direttamente nei fiumi e mari britannici.

In breve, il manifesto elettorale dei Conservatori riflette un approccio per lo più volto al mantenimento dello status quo, con rafforzamento dei poteri dei datori di lavoro e solo qualche accenno a controverse iniziative volte all'aumento della produttività.

Partito Laburista

Il manifesto elettorale del Partito Laburista, replicando le propose già annunciate all'inizio del 2024 nel "Labour's New Deal for Working People", promette invece un considerevole numero di riforme – alcune delle quali piuttosto ambiziose e radicali – in materia di lavoro. L'impegno è quello di implementare dette riforme entro i primi 100 giorni di governo, ma dato che i Labour intendono avviare consultazioni con le parti sociali in merito, è probabile che questo termine slitti.

Vediamo quindi le riforme principali annunciate dal partito guidato da Keir Starmer:

  • Divieto di abuso dei contratti a zero ore, ossia quei contratti che non garantiscono un numero minimo o fisso di ore lavorative al prestatore (delle specie di contratti di lavoro a chiamata). Da notare che la descrizione nel programma elettorale suggerisce che non si tratterà di un divieto assoluto.
  • Eliminazione della pratica di licenziamento e successiva immediata riassunzione del dipendente con termini meno favorevoli per il lavoratore, attualmente consentita, ancorché con alcune, blande, limitazioni.
  • Introduzione della tutela contro il licenziamento illegittimo sin dal primo giorno del rapporto di lavoro (salvo che nel periodo di prova). Si ricorda infatti che nel sistema inglese i dipendenti non beneficiano di questa tutela prima del compimento di due anni di servizio.
  • Istituzione di un unico organismo di controllo per far rispettare i diritti dei lavoratori (una specie di Ispettorato del Lavoro).
  • Modifica dei criteri di determinazione del salario minimo nazionale, in modo tale da prendere in considerazione l'aumento del costo della vita, con eliminazione delle differenze di trattamento in base alle fasce di età.
  • Proroga dei termini per presentare ricorso al tribunale del lavoro (dagli attuali tre mesi a sei mesi).
  • Obbligo per i datori di lavoro con più di 250 dipendenti di predisporre un piano d'azione per affrontare le problematiche legate alla menopausa.
  • Introduzione del diritto a disconnettersi dal lavoro (in linea con quanto implementato in Europa).
  • Consultazione con le parti sociali circa la transizione verso uno status unico di lavoratore dipendente contrapposto al lavoratore genuinamente autonomo. Questa proposta implicherebbe l'abrogazione della figura 'ibrida' (e ambigua) del c.d. worker.
  • Introduzione del diritto a beneficiare del lavoro flessibile sin dal primo giorno di lavoro (e non soltanto, come al momento, il diritto a fare domanda di lavoro flessibile), salvo che il datore di lavoro non abbia una valida ragione per rifiutarlo.
  • Obbligo dei c.d. grandi datori di lavoro (ossia aziende con più di 250 dipendenti) di pubblicare rapporti sul divario retributivo dovuto a etnia e disabilità. Questo obbligo si aggiungerebbe a quello già esistente di pubblicazione dei divari salariali dovuti al sesso.
  • Annullamento delle modifiche apportate al Trade Union Act 2016 (modifiche che hanno reso estremamente difficoltoso per i sindacati proclamare sciopero).
  • Abolizione dello Strikes (Minimum Service Levels) Act 2023 (di cui abbiamo accennato sopra).
  • Semplificazione della procedura di riconoscimento delle organizzazioni sindacali da parte datoriale.
  • Diritto dei sindacati ad accedere ai luoghi di lavoro a fini di reclutamento e organizzazione.
  • Estensione del diritto al congedo per lutto (non retribuito) (attualmente il congedo (retribuito) per lutto disponibile solo dopo la morte di un figlio).

È evidente come il Partito Laburista voglia porsi in netta contrapposizione rispetto alle iniziative dei Conservatori, riflettendo il concetto di 'cambiamento' tanto evidenziato nel manifesto.

Le proiezioni danno per vincente alle elezioni proprio i Labour. Se dovesse materializzarsi una vittoria della sinistra inglese, resta da vedere se le iniziative annunciate saranno effettivamente implementate nel corso della prossima legislatura e/o se verranno diluite.

Approfondimento di Chiara Munston, Associate presso Howard Kennedy LLP e membro dell'Advisory Board di Delta