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Dazi e politica industriale: la scommessa americana sul reshoring

dazi e politica industriale

Lo strumento del dazio, nel contesto delle politiche commerciali, risponde a due finalità fondamentali: da un lato il riequilibrio della bilancia commerciale, dall’altro la protezione dell’industria nazionale.

L’amministrazione Trump ha fatto largo uso di questo strumento, soprattutto in chiave strategica contro partner commerciali ritenuti “sleali”, come la Cina e la Germania, ma anche come leva per promuovere il ritorno della produzione in territorio statunitense — il cosiddetto reshoring.

L’obiettivo è chiaro: incentivare la localizzazione delle filiere produttive all’interno dei confini nazionali, riducendo la dipendenza da fornitori esteri e rafforzando l’industria manifatturiera americana.

Tuttavia, questa strategia si scontra con diverse criticità strutturali. In primis, un mercato del lavoro prossimo alla piena occupazione rende difficile reperire manodopera per nuovi impianti, a meno di rivedere le politiche migratorie.

Inoltre, la rivoluzione tecnologica (automazione, IA, robotica) rende in parte obsoleti i paradigmi tradizionali del lavoro manifatturiero.

A ciò si aggiunge l’inadeguatezza del dazio come incentivo economico in settori a bassa marginalità come il tessile, dove i costi produttivi all’estero restano significativamente più bassi anche in presenza di barriere tariffarie elevate

La pillola di Delta View è affidata all’Avv. Luca Picotti, esperto di diritto commerciale e golden power