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Brasile, al via il piano “Redata”: incentivi fiscali per attrarre data center green

Dal prossimo settembre, il governo lancerà un programma di agevolazioni fiscali per favorire l’ingresso di big tech e investitori internazionali nel settore dei data center, puntando su energia rinnovabile e rapporti strategici con gli Stati Uniti.

Un piano per rafforzare l’attrattività del Brasile

Il Brasile annuncerà a inizio settembre 2025 il programma “Redata”, un pacchetto di incentivi fiscali destinato ad attirare aziende tecnologiche straniere interessate a costruire data center nel Paese. L’iniziativa prevede l’esenzione da imposte federali, tra cui PIS, Cofins, IPI e dazi doganali, per i progetti che rispettino specifici requisiti, in particolare l’utilizzo di energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili.

Il progetto nasce in un contesto di tensioni commerciali con gli Stati Uniti, che hanno recentemente imposto un dazio del 50% sui prodotti brasiliani. Con Redata, il governo di Brasilia intende non solo attrarre investimenti strategici, ma anche ricostruire rapporti con Washington su basi di collaborazione economica e tecnologica.

Energia rinnovabile: il vantaggio competitivo del Brasile

Uno degli aspetti chiave del piano è la valorizzazione della matrice energetica nazionale, composta per l’84% da fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico e solare). Si tratta di un vantaggio unico per un settore ad alta intensità energetica come quello dei data center, la cui domanda potrebbe raggiungere 13,4 gigawatt entro il 2038, trainata da intelligenza artificiale e cloud computing.

Tra i progetti già in fase avanzata figurano collegamenti diretti con impianti eolici e solari in Bahia e Ceará, a conferma del ruolo delle regioni nordorientali come poli di crescita per infrastrutture digitali e green.

Big Tech e partnership strategiche

Il programma ha già attirato l’interesse di colossi internazionali. Elea Data Centers sta trasformando l’ex Parco Olimpico di Rio de Janeiro in un hub da 3,2 gigawatt entro il 2032, con il supporto di Oracle e Nvidia. Anche Amazon e Microsoft hanno avviato investimenti legati a data center alimentati da rinnovabili, mentre la statunitense Nextracker sta sviluppando 1,5 gigawatt di capacità solare per sostenere le nuove infrastrutture.

In parallelo, il progetto del porto di Pecem, nato dalla joint venture tra Casa dos Ventos e ByteDance (casa madre di TikTok), rappresenta un altro tassello della strategia brasiliana per diventare hub digitale globale.

Le implicazioni geopolitiche ed economiche

Il governo brasiliano punta a usare Redata come leva nelle relazioni con Washington. Alcuni stati americani hanno infatti limitato i nuovi investimenti in data center per motivi energetici, mentre il Brasile può offrire energia in surplus e costi più competitivi. La scelta di abbandonare una tassa sulle big tech, temendo ulteriori frizioni con gli Stati Uniti, rafforza questa direzione strategica.

Nel complesso, il piano si inserisce in un quadro più ampio che prevede oltre 3 miliardi di dollari di investimenti in infrastrutture digitali entro il 2028 e fino a 258 miliardi di dollari in data center e cloud entro il 2027.

Opportunità e rischi per gli investitori

Il potenziale per gli investitori è significativo e tocca tre ambiti principali:

  • Energia rinnovabile: con l’espansione di progetti eolici e solari a supporto dei data center.
  • Infrastrutture: dalla costruzione di nuovi complessi alla modernizzazione delle reti elettriche.
  • Servizi tecnologici: cloud, cybersecurity ed edge computing legati ai nuovi hub.

Restano tuttavia alcune criticità: il Ministero dell’Ambiente è stato escluso dalle discussioni sul programma e mancano valutazioni pubbliche d’impatto ambientale. Questo solleva dubbi sulla sostenibilità a lungo termine, nonostante la spinta verso fonti pulite.

Con il lancio di Redata, il Brasile si propone come nuovo hub globale dei data center green, grazie a un mix di incentivi fiscali, abbondanza di energia rinnovabile e relazioni geopolitiche strategiche. L’iniziativa offre alle imprese tecnologiche un terreno fertile per investimenti, pur lasciando aperte questioni cruciali di governance e sostenibilità.

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