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Accordo libero scambio Mercosur: cos’è e cosa prevede

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Dopo anni di complesse trattative, la Commissione Europea ha finalizzato lo scorso dicembre l’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Mercosur, il più grande blocco commerciale dell’America Latina. L’intesa, di portata storica, interessa oltre 700 milioni di consumatori e promette di rafforzare l’integrazione economica tra due aree che insieme rappresentano quasi un quarto del PIL globale.

L’accordo, che rientra nella categoria dei trattati commerciali di nuova generazione, disciplina una vasta gamma di temi: dalla riduzione delle barriere tariffarie e non tariffarie fino alla tutela della proprietà intellettuale, includendo impegni vincolanti in materia di sviluppo sostenibile e diritti del lavoro. Tra le novità più rilevanti figura l’impegno a contrastare la deforestazione e a garantire standard ambientali più stringenti. Tuttavia, il percorso verso la ratifica definitiva si preannuncia irto di ostacoli, in particolare per l’opposizione di alcuni Stati membri dell’UE, con la Francia in prima linea nella difesa dei propri settori agricoli.

Secondo un recente studio sul Mercosur, l’accordo avrà un impatto significativo sugli scambi commerciali tra le due aree economiche. L’UE prevede di liberalizzare completamente tutte le importazioni manifatturiere provenienti dal Mercosur nell’arco di dieci anni, mentre il blocco sudamericano aprirà il 90% delle importazioni di beni industriali dall’Europa e il 93% di quelle agricole. Inoltre, oltre 350 prodotti agroalimentari europei a indicazione geografica protetta saranno tutelati dall’accordo, un aspetto di particolare interesse per il Made in Italy.

L’Italia, tra i principali beneficiari europei dell’intesa, vede prospettive di crescita soprattutto nei settori dei macchinari, farmaceutica, mezzi di trasporto e abbigliamento. Per quanto concerne l’export agroalimentare, il Mercosur rappresenta un mercato ancora marginale, ma con interessanti opportunità per prodotti tipici come vino e olio, già in espansione nell’area latinoamericana. Al contrario, il comparto agricolo europeo esprime timori per una possibile concorrenza sleale, data la minore rigidità normativa del Mercosur su tracciabilità e sostenibilità ambientale.

Un elemento chiave dell’analisi riguarda la distribuzione dei benefici e dei costi dell’accordo. Se da un lato il commercio complessivo tra UE e Mercosur è destinato ad aumentare di oltre 60 miliardi di dollari, con l’Italia che contribuirà per circa l’11%, dall’altro emergono criticità settoriali. Ad esempio, il settore agroalimentare europeo potrebbe subire impatti differenziati: mentre vino e formaggi italiani otterranno vantaggi competitivi grazie al riconoscimento delle denominazioni di origine, alcuni comparti agricoli – come la carne bovina e il riso – rischiano di subire una maggiore pressione concorrenziale.

Dal punto di vista macroeconomico, l’intesa favorisce l’inserimento dell’Italia nelle catene globali del valore, aumentando il contenuto di valore aggiunto italiano nelle esportazioni destinate al Mercosur. Tuttavia, non tutti i settori beneficeranno in egual misura: le imprese più strutturate e orientate all’export avranno maggiore capacità di cogliere le opportunità, mentre le realtà più piccole e specializzate in segmenti vulnerabili potrebbero incontrare difficoltà nell’adattarsi al nuovo scenario competitivo.

Un altro aspetto di rilevanza strategica riguarda il posizionamento geopolitico dell’UE. L’accordo con il Mercosur può rappresentare un tassello fondamentale nella diversificazione delle catene di approvvigionamento, riducendo la dipendenza dell’Europa dalla Cina e mitigando i rischi derivanti da eventuali dazi statunitensi. Inoltre, l’accesso privilegiato a risorse essenziali – come metalli rari e materie prime critiche per le tecnologie avanzate – potrebbe rafforzare la competitività dell’industria europea.

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