In un contesto globale segnato da tensioni geopolitiche, trasformazioni tecnologiche e ridefinizione dei modelli di potere finanziario, tre notizie emerse negli ultimi giorni offrono una fotografia chiara della direzione che sta prendendo la nuova economia digitale: gli Emirati Arabi Uniti approvano uno dei quadri normativi più estesi al mondo sugli asset digitali; Tether accelera sulla trasformazione del proprio bilancio fino a diventare, secondo JP Morgan, un soggetto “sistemico” per i mercati globali; e il Texas compie il primo passo verso la creazione di una riserva Bitcoin statale, preludio a un possibile cambio di dottrina economica negli Stati Uniti.
Con il Federal Decree Law No. 6 of 2025, gli Emirati Arabi Uniti introducono la più ampia e centralizzata regolamentazione sugli asset digitali attualmente esistente. Il provvedimento accorpa criptovalute, stablecoin, DeFi, tokenizzazione, infrastrutture blockchain, exchange e wallet sotto la supervisione diretta della Central Bank of the UAE (CBUAE).
Il sistema prevede l’obbligo di licenze per qualunque operatore attivo “nel o dal territorio UAE”, un processo decisionale rapido (60 giorni), requisiti patrimoniali basati sul rischio e un framework di governance Shari’ah aggiornato. Per la prima volta, la DeFi viene inserita esplicitamente nel perimetro della supervisione bancaria nazionale, superando modelli come MiCA in Europa e la normativa statunitense, ancora frammentata.
Le free zone di Dubai (DIFC) e Abu Dhabi (ADGM), già centri propulsori dell’innovazione Web3, vengono integrate in un quadro nazionale coerente, posizionando gli Emirati come hub di riferimento globale per tokenizzazione, fintech e finanza digitale.
Fonti: CBUAE (Federal Decree Law No. 6/2025), The National, Gulf News.
Il recente report di Jefferies ha confermato che Tether ha accumulato circa 116 tonnellate di oro – pari a circa 9 miliardi di dollari – portandola a livelli comparabili a quelli delle principali banche centrali mondiali per dimensione delle riserve auree. Solo una parte minima di questa riserva copre XAUT, il token collateralizzato con oro della società; il resto è parte della strategia di diversificazione che negli ultimi anni ha visto Tether destinare una quota crescente dei profitti ad asset “hard”, inclusi Bitcoin e immobili.
Ma a rendere la posizione di Tether ancora più rilevante è il recente giudizio di JP Morgan, che in una nota agli investitori – riportata dal Financial Times e da Reuters – ha definito Tether un operatore “non regolato ma sistemicamente rilevante”, sottolineando tre aspetti:
Secondo JP Morgan, l’evoluzione del bilancio di Tether va seguita con attenzione a causa del “potenziale impatto macro”. La banca sottolinea anche che l’avvio di USAT – il nuovo stablecoin regolamentato negli Stati Uniti, emesso tramite Anchorage Digital e con riserve custodite da Cantor Fitzgerald – rappresenta un tentativo di anticipare le normative del mercato statunitense e di posizionarsi come concorrente diretto di Circle e PayPal.
Fonti: Jefferies Q3 Digital Assets Report; Reuters; Bloomberg; JP Morgan Digital Assets Outlook 2025; Financial Times.
Il Texas ha destinato 5 milioni di dollari all'acquisto dell’ETF Bitcoin IBIT di BlackRock, primo passo operativo verso la creazione della Texas Strategic Bitcoin Reserve, iniziativa già dibattuta in Commissione Finanze a Austin da oltre un anno. Mentre altri stati come New Hampshire e Arizona lavorano su proposte simili, il Texas sembra il più vicino a formalizzare una riserva diretta in Bitcoin.
Parallelamente, a livello federale, l’ordine esecutivo emanato dal Presidente Trump nel 2025 stabilisce che i Bitcoin sequestrati non verranno più venduti, ma trattenuti come riserva strategica nazionale. Secondo documenti del Dipartimento del Tesoro, sono già allo studio modelli di accumulo BTC “budget-neutral”, potenzialmente rivoluzionari per il quadro fiscale USA.
Il movimento texano si inserisce in una tendenza globale: El Salvador ha aggiunto oltre 100 milioni in BTC ai suoi portafogli; la Czech National Bank ha avviato un progetto pilota su Bitcoin; il fondo sovrano del Lussemburgo ha completato la riallocazione dell’1% del portafoglio su BTC; l’Abu Dhabi Investment Council ha triplicato l’esposizione all’ETF IBIT nel Q3 2025.
Fonti: Bloomberg; Austin American Statesman; U.S. Treasury; BlackRock ETF Filings; CoinDesk.
L’insieme di queste mosse non è casuale. Indica una trasformazione profonda:
- Gli Stati sperimentano nuovi modelli di sovranità monetaria attraverso Bitcoin e tokenizzazione (UAE, Texas).
- Gli operatori privati assumono ruoli quasi macroeconomici (Tether), con bilanci che competono con quelli delle banche centrali.
- La regolamentazione sta passando dalla fase “reattiva” a quella “strategica”, con normative pensate per attrarre innovazione e capitali sovranazionali.
Il 2025 segna così l’ingresso degli asset digitali nella competizione geopolitica globale. Non si tratta più di tecnologia, ma di architettura del potere economico.
Gli Emirati cercano di diventare la capitale mondiale della finanza digitale.
Tether sta costruendo, di fatto, un bilancio Stato sovranazionale e da micro-banca centrale globale.
Gli Stati americani testano modelli di riserva Bitcoin.
Un nuovo ordine finanziario sta emergendo, e il suo perno non è più il dollaro, ma la capacità dei Governi e degli operatori sistemici di controllare – o dominare – l’economia digitale.
Nei prossimi dieci anni assisteremo al più grande trasferimento di ricchezza della storia moderna: oltre 80.000 miliardi di dollari passeranno dalla generazione dei Baby Boomers alle generazioni più giovani. Questo spostamento avrà impatti profondi su investimenti, scelte politiche e preferenze tecnologiche.
Le nuove generazioni – Millennials e Gen Z – mostrano una maggiore propensione per asset digitali, investimenti alternativi, sostenibilità e strumenti fintech rispetto alla generazione precedente, che ha privilegiato immobili, obbligazioni e azioni blue-chip.
L’infrastruttura finanziaria globale dovrà quindi adattarsi rapidamente a un mondo in cui la ricchezza sarà gestita da individui più giovani, più digitali e più aperti all’innovazione. In questo contesto, regolamentazioni come quelle degli Emirati, strategie come quelle di Tether e iniziative statali come quella del Texas anticipano una trasformazione strutturale dei mercati, che nei prossimi dieci anni cambierà in modo irreversibile la geografia del potere economico.
Michele Imbimbo, Fintech Advisor Delta Holdings