Verso l’ingresso nell’Unione Europea e nuove opportunità di investimento
Il 14 ottobre 2025, a Luštica Bay, si terrà la Conferenza per gli Investimenti in Montenegro, un appuntamento di grande rilievo economico e politico che vedrà la partecipazione della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e del primo ministro del Montenegro Milojko Spajić. L’incontro rappresenta un punto di svolta per il piccolo Stato balcanico, candidato a diventare il ventottesimo Paese membro dell’Unione Europea entro il 2028.
Con una popolazione di poco più di 600mila abitanti e un’economia in rapida evoluzione, il Montenegro sta puntando con decisione all’integrazione europea, adottando standard e riforme in linea con i criteri di Bruxelles. «Se ce la faremo entro il 2028, sarà un messaggio per tutta la regione dei Balcani occidentali, ma anche per Paesi come Ucraina e Moldova», ha dichiarato Spajić, espressione di una nuova generazione politica pragmatica e fortemente europeista.
Negli anni scorsi, la forte esposizione verso la Cina — che nel 2021 aveva finanziato con quasi un miliardo di dollari il primo tratto dell’autostrada nazionale — aveva messo Podgorica in una posizione di vulnerabilità finanziaria. Oggi la situazione è cambiata: il debito pubblico è sceso sotto il 60% del PIL, il deficit è in linea con i parametri di Maastricht, e il nuovo tratto dell’autostrada sarà finanziato esclusivamente da istituti europei, tra cui la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS).
Questo riequilibrio macroeconomico, unito a un quadro politico stabile e a una chiara direzione pro-Ue, rende il Montenegro una delle destinazioni più interessanti per gli investimenti italiani nei Balcani.
Il Paese punta ora su energie rinnovabili, infrastrutture, turismo sostenibile e tecnologie digitali, ambiti nei quali l’Italia vanta una leadership consolidata e può giocare un ruolo strategico. La forte componente idroelettrica e le nuove politiche di transizione verde aprono la strada a partnership pubblico-private nel settore energia e ambiente, mentre i programmi europei di cofinanziamento possono agevolare imprese italiane di ingegneria, costruzioni, hospitality e ICT interessate a entrare in un mercato in espansione e a basso costo operativo.
«Il Montenegro è oggi un laboratorio di integrazione europea nei Balcani: piccolo, flessibile e orientato all’innovazione», ha commentato Johann Sattler, ambasciatore Ue a Podgorica, sottolineando come Bruxelles voglia “prendersi cura dei propri vicini” per rafforzare sicurezza e crescita.
L’obiettivo del 2028 come data d’ingresso nell’Unione rappresenta una scommessa geopolitica e industriale: diventare il primo Paese dei Balcani occidentali a varcare la soglia dell’Ue significherebbe aprire la regione a una nuova stagione di stabilità e investimenti.
Per le imprese italiane, il Montenegro può dunque diventare una piattaforma privilegiata per l’espansione nell’Europa sud-orientale, sostenuta da un contesto in evoluzione, da incentivi fiscali competitivi e da un forte allineamento alle normative europee.
Il 14 ottobre segna così l’avvio simbolico di una nuova fase: l’Italia e il Montenegro come partner naturali nella costruzione di un futuro europeo comune, fondato su innovazione, sostenibilità e integrazione economica.