Dopo quasi dieci anni di negoziati, San Marino compie un passo epocale verso l’integrazione europea. Il piccolo Stato incastonato nel cuore dell’Italia ha infatti siglato un Accordo di associazione con l’Unione europea, aprendo una nuova fase di cooperazione economica, giuridica e istituzionale che, pur senza sfociare nell’adesione piena, consente l’accesso diretto e stabile al Mercato unico. Un cambiamento di prospettiva che riguarda anche il sistema imprenditoriale italiano, chiamato oggi a cogliere le nuove sinergie che questo accordo dischiude.
Come evidenziato da Luca Beccari, Segretario di Stato per gli Affari Esteri della Repubblica di San Marino, intervistato da Il Sole 24 Ore (3 luglio 2025, Carlo Marroni), si tratta di una "scelta strategica", che permette a San Marino di uscire da una condizione di indeterminatezza, superando l’isolamento normativo e accedendo ai benefici della piena cooperazione euro-mediterranea.
L’accordo, simile a quello sottoscritto anche da Andorra, si basa su un modello flessibile, che riconosce le specificità giuridiche, costituzionali e dimensionali di micro-Stati come San Marino, permettendo al contempo l’adozione di norme comuni fondamentali. Non comporta l’ingresso nell’UE né nei suoi organi decisionali, ma consente l’adozione selettiva di ampie porzioni dell’acquis communautaire.
Sono ben 25 i settori coperti: libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali, concorrenza, appalti pubblici, fiscalità indiretta, sorveglianza del mercato, ambiente, statistica, protezione dei consumatori e molto altro. Restano esclusi temi come la difesa, l’immigrazione, la politica agricola e il bilancio comunitario.
L’apertura al Mercato unico permette oggi a San Marino di:
partecipare alle gare pubbliche europee,
far riconoscere i propri titoli di studio,
facilitare l’attività transfrontaliera di imprenditori, professionisti e operatori economici.
Secondo Beccari, questa nuova configurazione rafforza anche i legami con l’Italia, offrendo la possibilità di sviluppare politiche economiche e industriali integrate, in un contesto di trasparenza e affidabilità. «Per l’Italia è un’opportunità unica: avere al confine un Paese pienamente integrato nel quadro regolatorio europeo», osserva il Segretario.
Non va sottovalutato l’impatto sul piano finanziario e bancario: l’accordo contiene un addendum chiarificatore che supera i limiti del Memorandum del 2006 con la Banca d’Italia e rilancia la cooperazione bilaterale in chiave UE, anche grazie alla chiusura del lungo capitolo giudiziario legato al caso Varano.
L’accordo prevede la creazione di un Comitato misto San Marino–UE e il ricorso alla Corte di Giustizia dell’UE per garantire l’uniformità dell’interpretazione normativa. Le imprese sanmarinesi, così come le autorità pubbliche, potranno persino adire i tribunali europei per far valere i propri diritti.
Questa cornice rafforza l’attrattività del Paese per investitori, imprese e professionisti che intendano operare in un contesto europeo, senza rinunciare alle condizioni agili e flessibili tipiche di un ordinamento “snello”.