Nel nuovo scenario geopolitico internazionale, segnato da un crescente disimpegno degli Stati Uniti dalla difesa europea, il tema della riorganizzazione strategica delle capacità militari dell’Unione Europea è diventato centrale.
Ma la vera sfida non è tanto nelle intenzioni quanto nelle capacità industriali: l’Europa è pronta a produrre, in autonomia, i sistemi, le tecnologie e le munizioni che oggi fanno la forza della macchina militare americana?
Le componenti di una potenza militare e il deficit europeo
Secondo analisi condotte da esperti come Andrea Marugiglia e Niccolò Pedrelli, le principali leve da sviluppare sono quattro:
I primi tre aspetti sono strettamente legati alla dimensione industriale e tecnologica della difesa, ed è qui che emergono i nodi più critici.
Le sfide industriali: complessità, rischio e fragilità
Avviare da zero la produzione di armamenti ad alta tecnologia rappresenta per l’Europa una sfida enorme. Molte delle tecnologie richieste sono nuove per l’industria europea, e la mancanza di esperienza diretta rallenta l’intero processo. Inoltre, sviluppare questi sistemi implica alti rischi economici e progettuali: basti pensare ai casi di fallimento come le fregate tedesche Trasser Bremen o il cannone ipercostoso della classe Zumwalt americana.
La complessità non è solo progettuale ma anche sistemica: integrare i diversi componenti in un’unica architettura funzionale – il cosiddetto system integration – è uno degli aspetti più delicati e sottovalutati.
La questione cruciale delle catene del valore
A tutto ciò si aggiunge un ulteriore elemento: la vulnerabilità delle attuali catene del valore nel settore della difesa. Molti componenti critici provengono da fornitori extraeuropei e sono difficilmente sostituibili. La pandemia, la crisi logistica del Canale di Suez e i disastri naturali in Asia hanno già dimostrato quanto facilmente queste catene possano spezzarsi, generando ritardi e blocchi produttivi anche su vasta scala.
Costruire una filiera della difesa solida e strategicamente autonoma sarà dunque fondamentale non solo per la sicurezza, ma anche per la tenuta economica dell’industria europea.
Riconversione industriale: un processo lento e costoso
Per produrre in quantità adeguate, sarà necessaria una riconversione profonda del tessuto manifatturiero europeo, storicamente orientato alla produzione civile. La riconversione, tuttavia, richiede tempo, risorse, formazione del personale e adeguamento alle rigorose normative di sicurezza del settore militare
L’approfondimento di questo numero è curato da Matteo Mazziotti di Celso, ricercatore dell’Università di Genova ed esperto in International Security e Civil-Military Relations.