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Catene del valore in trincea: come la produzione manifatturiera si intreccia con quella militare

Nel nuovo scenario geopolitico internazionale, segnato da un crescente disimpegno degli Stati Uniti dalla difesa europea, il tema della riorganizzazione strategica delle capacità militari dell’Unione Europea è diventato centrale.

Ma la vera sfida non è tanto nelle intenzioni quanto nelle capacità industriali: l’Europa è pronta a produrre, in autonomia, i sistemi, le tecnologie e le munizioni che oggi fanno la forza della macchina militare americana?

Le componenti di una potenza militare e il deficit europeo

Secondo analisi condotte da esperti come Andrea Marugiglia e Niccolò Pedrelli, le principali leve da sviluppare sono quattro:

  1. Un’architettura per il targeting di precisione, cioè la capacità di individuare e colpire con accuratezza gli obiettivi.
  2. Sistemi d’arma avanzati ad alta complessità tecnologica.
  3. Capacità produttiva di munizionamento sofisticato.
  4. Personale addestrato e motivato, disposto a operare in contesti ad alto rischio.

I primi tre aspetti sono strettamente legati alla dimensione industriale e tecnologica della difesa, ed è qui che emergono i nodi più critici.

Le sfide industriali: complessità, rischio e fragilità

Avviare da zero la produzione di armamenti ad alta tecnologia rappresenta per l’Europa una sfida enorme. Molte delle tecnologie richieste sono nuove per l’industria europea, e la mancanza di esperienza diretta rallenta l’intero processo. Inoltre, sviluppare questi sistemi implica alti rischi economici e progettuali: basti pensare ai casi di fallimento come le fregate tedesche Trasser Bremen o il cannone ipercostoso della classe Zumwalt americana.

La complessità non è solo progettuale ma anche sistemica: integrare i diversi componenti in un’unica architettura funzionale – il cosiddetto system integration – è uno degli aspetti più delicati e sottovalutati.

La questione cruciale delle catene del valore

A tutto ciò si aggiunge un ulteriore elemento: la vulnerabilità delle attuali catene del valore nel settore della difesa. Molti componenti critici provengono da fornitori extraeuropei e sono difficilmente sostituibili. La pandemia, la crisi logistica del Canale di Suez e i disastri naturali in Asia hanno già dimostrato quanto facilmente queste catene possano spezzarsi, generando ritardi e blocchi produttivi anche su vasta scala.

Costruire una filiera della difesa solida e strategicamente autonoma sarà dunque fondamentale non solo per la sicurezza, ma anche per la tenuta economica dell’industria europea.

Riconversione industriale: un processo lento e costoso

Per produrre in quantità adeguate, sarà necessaria una riconversione profonda del tessuto manifatturiero europeo, storicamente orientato alla produzione civile. La riconversione, tuttavia, richiede tempo, risorse, formazione del personale e adeguamento alle rigorose normative di sicurezza del settore militare

L’approfondimento di questo numero è curato da Matteo Mazziotti di Celso, ricercatore dell’Università di Genova ed esperto in International Security e Civil-Military Relations.