L’accordo siglato tra Eni, Egitto e Cipro per lo sviluppo del giacimento Cronos nel Blocco 6 rappresenta una svolta strategica che va ben oltre la semplice questione delle forniture di gas. L’intesa non solo consolida il ruolo dell’Italia come player chiave nello scacchiere energetico euro-mediterraneo, ma rientra in un più ampio riassetto delle rotte dell’energia, accelerato dalla necessità di ridurre la dipendenza dal gas russo.
L’intesa si inquadra in un contesto di crescente competizione per il controllo delle risorse del Mediterraneo Orientale, regione che negli ultimi anni ha visto l’emergere di nuovi giacimenti, come Zohr (Egitto), Leviathan (Israele) e Aphrodite (Cipro), con implicazioni di vasta portata per l’Europa, il Medio Oriente e i mercati asiatici. La presenza di TotalEnergies tra i partner dell’accordo segnala, inoltre, l’interesse della Francia nel consolidare la propria posizione nell’area, mentre il supporto dei governi di Abdel Fattah El-Sisi e Nikos Christodoulides rafforza l'asse tra Egitto e Cipro come poli strategici della nuova architettura energetica regionale.
L’accordo punta a trasformare il Mediterraneo Orientale in un hub energetico di primaria importanza, sfruttando le infrastrutture egiziane per l’estrazione, il trasporto e la liquefazione del gas. In particolare, il gas del giacimento Cronos sarà convogliato negli impianti di Zohr, per poi essere liquefatto e riesportato dall’impianto GNL di Damietta, snodo chiave per l’approvvigionamento dell’Europa.
Questo modello ricalca il successo della strategia già adottata dall’Egitto con il giacimento di Zohr, che ha permesso al Cairo di diventare esportatore netto di gas naturale liquefatto (GNL), attraendo nuovi investimenti e rafforzando la sua influenza economica e diplomatica nella regione. Cipro, da parte sua, fa un passo decisivo per entrare nel club dei paesi produttori di gas, rafforzando la sua posizione nei negoziati energetici con l’UE e gli attori globali.
Ma il progetto ha anche una forte valenza strategica: con l’accesso diretto al mercato europeo, il Mediterraneo Orientale riduce il peso dell’approvvigionamento da altre regioni critiche, come il Golfo Persico e la Russia, diversificando così le fonti di energia per l’Europa.
L’Europa, da tempo alla ricerca di alternative strutturali al gas russo, potrà trarre beneficio da questa iniziativa, che si inserisce perfettamente nella strategia di diversificazione delle fonti energetiche lanciata con il REPowerEU. L’asse con Egitto e Cipro consentirà di garantire flussi stabili di GNL, mitigando l’impatto della volatilità dei mercati globali e offrendo agli stati membri una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti.
Per l’Italia, l’operazione si traduce in un rafforzamento del ruolo di Eni come attore di riferimento nella regione, consolidando la leadership del gruppo nelle esplorazioni offshore del Mediterraneo e aumentando la resilienza del sistema energetico nazionale. Inoltre, la posizione geografica dell’Italia la pone come hub naturale per la ridistribuzione del gas verso il Nord Europa, attraverso il sistema infrastrutturale esistente e i nuovi terminal GNL in costruzione.
Il gas di Cronos è stimato in oltre 85 miliardi di metri cubi, ma il potenziale del Blocco 6 è ancora in fase di esplorazione, con scoperte come Zeus (2022) che potrebbero aumentare significativamente la capacità estrattiva dell’area. Ciò rende il Mediterraneo Orientale un’area di interesse crescente per le grandi potenze energetiche, con la possibilità di nuovi accordi e alleanze strategiche.
Tuttavia, restano alcune incognite geopolitiche. La regione è storicamente segnata da tensioni tra Grecia, Turchia e Cipro Nord, con Ankara che rivendica diritti sulle esplorazioni offshore nel Mediterraneo Orientale. La Turchia ha già mostrato la volontà di contrastare le operazioni energetiche di Cipro, inviando navi da ricerca nelle zone contese. Sarà cruciale per i governi coinvolti gestire il dossier diplomatico con Ankara per evitare escalation e garantire la stabilità dell’area.