Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno annunciato che, a partire dal 2025, verrà introdotta una tassa minima di ricarico (Dmtt) del 15% per le grandi multinazionali che operano nel Paese. Questa misura si inserisce nel contesto dell’accordo globale sull’imposta minima per le società, adottato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) come parte del progetto "Globe Pillar 2". Tale accordo ha l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e garantire che le multinazionali paghino un’aliquota fiscale effettiva minima del 15% ovunque generino utili.
La Dmtt sarà applicata alle multinazionali con un fatturato globale consolidato di almeno 750 milioni di euro in due dei quattro anni finanziari precedenti all’entrata in vigore della tassa. Questa nuova normativa si affianca all’imposta societaria del 9%, introdotta nel 2023, ma avrà l’effetto di colmare eventuali gap per assicurare che l’aliquota effettiva non scenda mai al di sotto del minimo stabilito a livello internazionale. Va sottolineato che questa tassa non solo mira a migliorare la trasparenza fiscale, ma permette anche agli Emirati di trattenere risorse che, diversamente, sarebbero tassate da altre giurisdizioni.
Il sistema è progettato per intercettare redditi tassati in misura inferiore al 15% in altre giurisdizioni, offrendo un'imposizione integrativa rispetto alla normativa locale. La tassa interesserà principalmente le multinazionali operanti nelle zone franche, le quali attualmente godono di esenzioni fiscali.
Per mitigare eventuali impatti negativi sull’attrattività del Paese, il governo emiratino sta valutando l’introduzione di incentivi fiscali. Tra questi, figurano agevolazioni per attività di ricerca e sviluppo, applicabili dal 2026, e crediti d’imposta rimborsabili per attività ad alto valore aggiunto, previsti per il 2025. Questi strumenti mirano a consolidare il ruolo degli Emirati come hub economico globale, attirando investimenti di lungo periodo.
Nonostante l’introduzione della Dmtt, gli esperti ritengono che l’attrattività degli Emirati per gli investitori rimarrà alta. Grazie a un ecosistema favorevole al business, l’area continua a essere una destinazione privilegiata per gruppi internazionali. Anche l’Italia ha rafforzato i propri rapporti commerciali con gli EAU: le esportazioni italiane verso il Paese sono cresciute del 22% nel 2024 rispetto all’anno precedente, con un valore complessivo di 5,7 miliardi di euro.
L’integrazione delle nuove normative fiscali, unitamente a misure di incentivazione, conferma la volontà degli Emirati di evolversi da “paradiso fiscale” a un modello economico competitivo e trasparente, in linea con gli standard internazionali.