La nuova pillola di Delta View approfondisce uno dei temi più rilevanti della politica internazionale contemporanea: le spese per la difesa dei paesi NATO, con particolare attenzione al ruolo dell’Italia.
In particolare nella pillola vengono analizzate le pressioni esercitate dagli Stati Uniti per un maggiore impegno economico da parte degli alleati europei, sottolineando i riflessi di queste dinamiche sugli equilibri geopolitici e sulle politiche di difesa.
L’intervento si articola in diversi temi chiave:
Le richieste di Trump: fin dal suo primo mandato, Donald Trump ha insistito sulla necessità che i paesi membri della NATO aumentassero il proprio contributo alla difesa. Questa richiesta, formulata in modo deciso e assertivo, si è concretizzata in due parametri principali: il raggiungimento della soglia del 2% del PIL nazionale per le spese difensive e l’investimento di almeno il 20% di queste risorse in capacità militari avanzate. Mazziotti sottolinea come questa pressione abbia portato a un incremento significativo delle spese per la difesa tra il 2016 e il 2021, nonostante le resistenze iniziali di molti paesi, tra cui Germania e Italia.
Le diverse forme di contributo alla NATO: l’analisi distingue tra contributi quantitativi (spese economiche) e qualitativi (capacità militari operative), aggiungendo un terzo aspetto non formale ma cruciale: la disponibilità dei paesi a rischiare. Attraverso esempi come Grecia e Danimarca, Mazziotti evidenzia come il contributo effettivo alla NATO non si misuri solo in termini economici, ma anche nella partecipazione a missioni rischiose e nell’impegno operativo sul campo.
Il contesto italiano: l’Italia rappresenta un caso particolare. Pur non raggiungendo la soglia del 2% di spesa per la difesa, ha storicamente compensato con una partecipazione significativa alle operazioni internazionali. Tuttavia, il quadro attuale è critico: le forze armate italiane sono già fortemente impegnate e l’opinione pubblica è contraria a un aumento delle spese militari. Questo pone il paese in una posizione difficile rispetto alle richieste future di un possibile secondo mandato di Trump, che potrebbe intensificare ulteriormente le pressioni sugli alleati.
Il ruolo della guerra in Ucraina: la pillola sottolinea come l’invasione russa dell’Ucraina abbia spinto molti paesi europei, Italia inclusa, a incrementare le spese per la difesa, indipendentemente dalle richieste americane. Tuttavia, rimangono significative differenze nei livelli di impegno tra i vari membri della NATO, con l’Italia che continua a trovarsi sotto la soglia richiesta.
L’approfondimento di questo numero è curato da Matteo Mazziotti di Celso, ricercatore dell’Università di Genova ed esperto in International Security e Civil-Military Relations.